Il mal di schiena può essere originato da diversi fattori. Quando l’origine di questo disturbo risiede nella perdita di idratazione dei dischi intervertebrali, una soluzione innovativa e molto efficace, con risultati sorprendenti sul piano del controllo del dolore, è la terapia con cellule staminali mesenchimali. Lo spiega il professor Marco Lanzetta, consulente internazionale del Centro Nazionale Artrosi.
«I dischi intervertebrali sono una struttura meravigliosa che correda la nostra colonna – spiega il professor Marco Lanzetta – e sono fatti di gel, acqua, collagene e protoglicani. Quando degenerano la colonna perde elasticità e flessibilità fino a rendere complicate anche le più semplici attività della vita quotidiana. L’acqua di cui è composto il disco gradualmente si asciuga, diminuendo la capacità di questa struttura di ammortizzare i movimenti e causando di conseguenza dolore».
Cause della degenerazione discale e come diagnosticarla
«La principale causa di questo disturbo è il sovrappeso: la colonna vertebrale, che è la struttura principale deputata a sopportare i carichi – aggiunge l’esperto – più è sottoposta a sforzi più sarà soggetta a usura soprattutto negli snodi, quelle parti che fungono da cuscinetto. Tra le altre cause le posture scorrette e gli stili di vita non sani come il fumo e la sedentarietà.
L’esame più indicato per diagnosticare se è in atto un processo di degenerazione discale è la risonanza magnetica nucleare che ci consente di vedere con grande precisione le parti molli, a differenza ad esempio della TAC con la quale si vedono meglio le parti rigide. Attraverso questo esame, i dischi degenerati si individuano perché cambiano colore rispetto a quelli sani. Tramite la RMN è inoltre possibile osservare se il disco, oltre ad essere degenerato, sia uscito dalla sua sede naturale e in questi casi parleremo di protrusioni o di ernie discali».
Cure più innovative: le infiltrazioni di cellule mesenchimali
«Quando il mal di schiena è molto forte – continua il Professor Marco Lanzetta – non si può non consigliare una cura a base di antinfiammatori, ma occorre stare molto attenti a non diventarne dipendenti. L’approccio davvero risolutivo infatti sta nel tentativo di rivitalizzare il disco in modo da risolvere il problema alla radice. Il trapianto di cellule mesenchimali è una terapia piuttosto recente, ma che sta dando grandi soddisfazioni sia a noi medici che ai pazienti.
Si tratta di una procedura semplice che si svolge in regime ambulatoriale e consente al paziente di tornare a casa sulle sue gambe subito dopo l’intervento. I passaggi fondamentali sono tre:
- Prelievo del tessuto adiposo da addome o cosce
- Trattamento del grasso per estrarne le cellule mesenchimali di cui è molto ricco
- Infiltrazione della pappetta ottenuta all’interno del disco degenerato
L’infiltrazione viene guidata da apparecchiature di imaging, ed è dunque estremamente precisa. Le cellule infiltrate agiranno sul disco con la loro forte azione antinfiammatoria oltre che di stimolo della produzione di cartilagine, riportandolo a uno stato di salute precedente. Occorre precisare che si tratta di un intervento che non possono fare tutti: il paziente viene sottoposto a un’attenta selezione per stabilire se sia o meno il candidato ideale per farlo. La procedura è sempre affiancata da altri trattamenti come laser, fisioterapia e dieta. Queste strategie saranno comunque inutili se non supportate da una perdita di peso, in caso contrario il processo di usura non si potrà arrestare».
La prevenzione vincente? Stili di vita virtuosi
«L’aspetto che promuoviamo di più al Centro Nazionale Artrosi – conclude il Professor Marco Lanzetta – è quello legato ai sani stili di vita. Un regime alimentare nuovo, per stare bene, darà al paziente tanti benefici secondari al di là dell’artrosi come ad esempio la possibilità di eliminare l’uso di alcuni farmaci, come le statine per il colesterolo alto, per esempio. L’utilizzo di supplementi (non li chiamo integratori perché la nostra dieta è già abbastanza ricca e non ha bisogno di essere integrata) è un alleato forte quando si parla di malattie croniche e degenerative come l’artrosi della colonna e la degenerazione dei dischi intervertebrali. Non si tratta di farmaci, ma di prodotti completamente naturali che, oltre a essere di grande aiuto nella cura di queste patologie e avere una certificazione di sicurezza per la salute del paziente, non presentano le classiche controindicazioni dei farmaci».
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